Scoprire il proprio corpo

Imparare a sentire e a muovere il corpo per costruire la propria mappa corporea.

Fase 3

 

Tipo di progetto: Studio di fattibilità

Disabilità interessata: Disabilità mentale, Disabilità motoria, Disabilità multipla, Tetraparesi spastica, paralisi cerebrale, ritardo globale dello sviluppo

Temi: Vita autodeterminata, Salute, Sviluppo motorio volontario, Sviluppo del bambino, Costruzione della persona, Benessere fisico e mentale, Qualità della vita

Stato: Completato

Questo progetto propone un’applicazione innovativa per consentire ai bambini con gravi disabilità motorie di comprendere e controllare meglio i propri movimenti. A tal fine, stiamo sostituendo la propriocezione, che la tetraparesi spastica tende a rendere inoperante e disfunzionale, con nuove informazioni visive sul corpo e sulla qualità delle contrazioni muscolari.

Questo progetto fa seguito a due precedenti sovvenzioni Innovation Booster (ricerca esplorativa e prototipo). Riguarda il supporto ai bambini affetti da tetraparesi spastica, la forma più grave di paralisi cerebrale.

La tetraplegia spastica colpisce non solo il controllo muscolare, ma anche i messaggi sensoriali che emanano dai nostri movimenti. La sensibilità somestesica, in particolare la propriocezione, ha difficoltà a fornire informazioni sufficientemente chiare sulle posizioni del nostro corpo nello spazio. La nostra ipotesi è che, al di là del danno cerebrale, questa mancanza di informazioni propriocettive impedisca ai bambini di imparare a muoversi in modo coerente.

Il cervello non elabora separatamente le informazioni provenienti dai sensi, ma le integra in modo multimodale, anche sulla base di informazioni talvolta frammentarie di diverso tipo. Questa facoltà può essere utilizzata nel contesto dei deficit sensoriali, come la propriocezione. Dal lavoro di Bach Y Rita (1980), è stato dimostrato che un dispositivo elettronico e computerizzato può compensare un handicap sensoriale offrendo informazioni sostitutive in un’altra modalità sensoriale.

Il nostro prototipo fornisce un feedback visivo sulle contrazioni del bambino, suggerendo che la visione può sostituire la propriocezione carente. I risultati ottenuti con due bambini confermano il potere organizzativo di questo feedback sul movimento e sulla spasticità.

La sfida è certamente motoria, ma riguarda anche l’intero sviluppo, perché la motricità volontaria è essenziale per l’emergere dell’autoconsapevolezza e del senso di sé del soggetto.

Per quanto riguarda il software, i numerosi aggiustamenti che abbiamo fatto ci hanno fatto capire quanto tempo ci vuole per implementare un software di questo tipo. Ogni volta che abbiamo riscontrato un bug nel processo di somministrazione del test, abbiamo riconsiderato il software per migliorarlo.

La relatività del tempo è anche parte integrante della disabilità stessa: sostenere questi bambini richiede tempo, mentre i progressi emergono solo col tempo. Ed è fondamentale mantenere questo ritmo se vogliamo dare una possibilità di successo!

Infine, quest’ultimo episodio ci ha reso ancora più consapevoli della qualità e di alcune caratteristiche delle attrezzature utilizzate (sensori EMG, computer, posizione dei bambini, ecc.), nonché della forza di lavorare in rete.

L'immagine mostra un prototipo dell'applicazione. In alto, una ragazza seduta su una spiaggia. Dice "riposo". In basso, un gatto passa davanti alla ragazza. Dice "movimento volontario".

Contatto

HETS – Filière Psychomotricité 

Chantal Junker-Tschopp

chantal.junker-tschopp@hesge.ch

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